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Asti palazzina occupata da 6 famiglie

Sabato mattina all’alba, famiglie sotto
sfratto e volontari delle associazioni per il diritto alla casa sono
entrati ad Asti in un palazzo di proprietà del Demanio, costruito
dunque con soldi della collettività, per farlo tornare al suo uso,
cioè quello di luogo abitabile. Uno stabile con 6 appartamenti,
lasciato ormai vuoto, "pagato" coi soldi dello Stato (di
tutti i cittadini, quindi …). Vuoto e in previsione di essere alienato (venduto) grazie alle ormai famose "cartolarizzazioni" …

 

 

All’alba hanno issato striscioni inneggianti al diritto alla casa,
una bandiera del Che, una bandiera con la scritta "Siamo tutti
clandestini" a significare che migranti e italiani si trovano
nelle stesse condizioni di assenza di diritti e, infine, una bandiera
della pace.
Sembra un gesto "clandestino" e "illegale",
ma immorale crediamo sia invece la scelta di abbandono e vendita di
alloggi che rivestono una chiara utilità  per i cittadini.

 

Ad Asti come in altre città d’Italia e del mondo, l’emergenza
abitativa e la precarietà del reddito sono problemi che affliggono
sempre più persone.
Le Istituzioni paiono non avere risposte e
non tentano di percorrere vie di buon senso per offrire un patrimonio
di case popolari da destinare a chi ne ha bisogno, anzi spesso
alienano – come hanno già fatto in passato – beni immobili che
potrebbero servire a questo scopo.

 

Ad Asti fino al 2012 non vi saranno alloggi popolari disponibili e
anche le scelte delle aree su cui ora si vogliono costruire hanno
ricevuto critiche dal mondo ambientalista.
Il paradosso, che
spesso movimenti come Stop al Consumo di Territorio e le associazioni
ambientaliste hanno denunciato, è da un lato la presenza in città
di circa 1700 alloggi sfitti, dall’altro un piano regolatore
dimensionato su 125.000 abitanti, ben 50.000 in più di quelli
attuali.

 

 

Altro paradosso spesso oggetto di denuncia da parte della società
civile, è il patrimonio edilizio di proprietà di Enti (ASL,
Demanio, Ferrovie, INPDAP …) lasciato vuoto e che spesso diventa
occasione di vendita, per poi essere oggetto di offerta per ricchi o
ad appannaggio di nuovi alloggi privati, che andranno ad ingrossare
il numero degli alloggi sfitti.
Insomma ad Asti occorre costruire
? Molti si pongono questa domanda perchè questa espansione penalizza
la vivibilità, il paesaggio e sottrae terreno all’agricoltura e al
verde; la loro risposta è la richiesta di uno Stop al consumo di
suolo, chiedono che si cerchi di riutilizzare ciò che già c’è.

 

Come dare però una risposta alle emergenze abitative, a chi
(ormai un gran numero di cittadini) ha problemi di reddito (precario,
cassa integrazione, disoccupazione) ?
Ieri le famiglie di Via
Allende, all’alba, hanno aperto un’occasione di confronto tra
associazioni, un’occasione di battaglia sociale e ambientale aprendo
(paradosso: le porte della casa erano già aperte …) simbolicamente
la porta di ingresso del n 13.
Ci hanno già insomma offerto una
risposta e gettato un seme, sta ora a noi cittadini, ambientalisti,
sindacati, associazioni lasciare che questo seme non muoia, sta a noi
dire che siamo solidali con loro, sostenerli.

 

Sosterremmo in questo modo, lo stop alla cementificazione, la
difesa dei diritti di bambini e di adulti.
Gli occupanti di Via
Allende appena arrivati hanno da subito aperto le porte al quartiere,
spiegando il perchè di quella scelta, del loro desiderio di
incontrare gli abitanti e hanno da subito organizzato pulizie dello
stabile e una cena per i "vicini".
Verso le 17 un corteo
di 200 persone entrava dai cancelli spalancati e restituiti alla
città: una scena che ricorda la riappropriazione delle terre incolte
in Brasile o del secolo scorso in Italia, una scena simbolica e
concreta che dovrebbe richiamarci tutti a usare un po’ di buon senso
nel non sprecare ciò che di collettivo abbiamo costruito.

 

 

Via Allende 13 è anche un laboratorio di dialogo innanzitutto tra
le famiglie, ha molto da insegnare alla politica, alle associazioni a
come nelle diversità si possa convivere per un bene comune …

 

volantinooccupazione.pdf qui il volantino distribuito dagli occupanti

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