piusm
Rendere grazie
Categories: Idiosincrasia

Chi non accetta, chi non china il capo,
chi davanti alle ingiustizie si indigna e le combatte, desidera, si
batte, crea una società diversa. Sembra di parlar di alieni.

Si direbbe un personaggio a cui mirare,
un esempio, una figura mitologica. Roba del passato.

 

Permettersi oggi il lusso di mettere in
discussione l’esistente? beh è cosa risibile.

L’omologazione sociale è come il tuffo
di Paperon de Paperoni tra le sue monete, ci saranno i migliori
comfort.

 

Una cultura, una coscienza, valori
etici e morali, hai sentimenti e sensazioni.

Ma non valgono un cazzo.

 

Quel che paga è la borsa non la testa,
tienilo presente.

 

Devi pacatamente accettare, avrai lo
studio, la carriera, la famigliola al supermercato, la casa col
giardino, la macchina, un funerale degno.

 

Neanche impegnativo, accettare spesso
non impegna. E’ uno scambio vantaggioso, prendi tutta questa roba in
cambio soltanto di te stesso, la tua coscienza, i tuoi valori, i tuoi
sentimenti. Quella roba che non vale un cazzo insomma. Offerte simili
neanche alla lidl.

 

Mettersi per un attimo al di fuori,
scomporsi dall’incastro e guardare dall’esterno, analizzare, capire,
discutere, agire. Diventare un problema, deragliare il treno che
passa e travolge. Il bastone tra le ruote. Sì, un problema.

 

Un problema è ciò che diventi se
rifiuti di accettare o anche solo se dubiti. Un problema è ciò che
non devi diventare o per te ci saranno punizioni a sufficienza.

 

 

Il sistema dei comfort e delle monetine
di Paperon non è roba per tutti, se ne fai parte sei privilegiato,
devi mettertelo in testa, e questa posizione è degna di difesa e
rivendicazione. Permettersi di discutere il sistema dei comfort vuol
dire mettere in discussione tutto, è una follia, moriremmo annegati
nei problemi.

 

Non è difficile, capisci bene, sei un
privilegiato, infischiatene se il privilegio non è per tutti,
tieniti stretto il tuo e cancella il resto.

Godere di un privilegio significa
accettare che altri non abbiano la tua stessa quantità di benessere.
Accettalo e non rompere i coglioni.

 

Quei migranti che arrivano sui barconi,
muoiono nel deserto, nel mare, di fame, di sete, in prigione o sotto
i colpi del manganello. Guarda oltre e passa. Come col mendicante per
strada. Non farti i problemi per gli altri. Non pensare da dove
arrivano, perchè partono, come viaggiano, cosa cercano, come vivono
qui, cosa gli succede. Non pensare a cosa potresti fare per far
cambiare la situazione. Perchè mai dovresti farlo. Quello che conta
è la tua situazione.

 

E quelli là che protestano per quel
treno?

 

Ma chi i NO TAV? Ti ripeto, che ti
frega? Non ti chiedere perchè, pensa ad altro. Un’opera gigantesca
che distrugge qualche valle in montagna, un’opera su cui
guadagneranno montagne di soldi le mafie del progresso. Non è un
problema. Non son cose per te.

 

Beh… di esempi ne avrei molti
altri…

 

Beh ricacciateli in quella testa del
cazzo. Quelle tue robette, la cultura, la coscienza, i valori i
sentimenti, li hai scambiati col tuo privilegio, null’altro ti
spetta, hai già abbastanza, rendine grazie.

 

 

 

NON SOLIDALI MA COMPLICI !

 La mattina del 23 febbraio 2010, la Digos di Torino, su ordine del PM Padalino, ha effettuato decine di perquisizioni a Torino e in
altre località del Nord Italia: Cuneo ,Trento e M
antova.

 

Sei persone sono state tratte in arresto (tre in carcere e tre ai
domiciliari), altre decine hanno visto irrompere all’alba agenti in
divisa che hanno portato via computer, telefoni, volantini, e
scatoloni di materiale cartaceo. L’accusa alla base di questa
mega-operazione di polizia è un reato associativo, che consente
arresti e obblighi cautelari per persone accusate del loro …
IMPEGNO ANTIRAZZISTA! Reato associativo costruito mettendo insieme e
legando tanti episodi di opposizione.

 

A leggere gli stessi atti dell’indagine i reati contestati sono
iniziative pubbliche, presidi, azioni di strada e di piazza,
volantinaggi, azioni dirette, che negli ultimi mesi hanno cercato di
rompere il silenzio attorno al dilagante razzismo e delirio
securitario che sta trasfigurando il volto alle nostre città.

 

Nelle nostre città, (a Torino in c.so Brunelleschi ad esempio)
incombono campi di concentramento, Denominati C.I.E (Centri di
identificazione ed espulsioni, ex CPT) in cui si rinchiudono uomini e
donne il cui unico reato è quello di esser riusciti a fuggire dalle
loro terre senza affogare nel Mediterraneo come centinaia di loro
fratelli.

 Il cui problema è costituito dal luogo d’origine, la mancanza di
un pezzo di carta. Persone che dopo viaggi estenuanti approdano qui,
se trovati vengono rinchiusi nei C.I.E., tenuti lì stipati come
sardine, in condizioni aberranti e poi ricacciati indietro. Spesso
ricacciati in Libia dove lo stesso stato Italiano si è preoccupato
di finanziare la costruzione di maxi carceri, in cui troveranno
“ospitalità” a suon di stupri e bastonate.

 

Ogni giorno rastrellamenti e deportazioni poliziesche costringono
gli abitanti dei quartieri poveri alla clandestinità e, soprattutto,
alla rassegnazione, ad accettare condizioni di vita e di lavoro
sempre più miserabili. Alcuni italiani dal canto loro, sembrano non
far altro che aggrapparsi ai miseri privilegi che un capitalismo in
agonia non ha ancora strappato loro, rincoglioniti dalla propaganda
razzista che giorno dopo giorno soffia sul fuoco della guerra tra
poveri e della paura.

 

Questa operazione di polizia non è che l’ennesimo tentativo,
questa volta in grande stile, di mettere a tacere chi non si è
rassegnato alla paura, chi ha il coraggio di praticare la solidarietà
tra sfruttati e di urlarlo, a testa alta, nel silenzio… I capi
d’accusa, non parlano d’altro che di solidarietà, quella che gli
indagati sono incolpati di aver dato agli immigrati in lotta, una
lotta accanita nei CIE di tutt’Italia e, nello specifico, nel lager
di corso Brunelleschi. Solidarietà costruita con tutti i mezzi
necessari.

 

Nell’ambito di questa indagine, la polizia ha fatto irruzione
anche nella sede di Radio Blackout (105.250 fm a Torino), l’unica
radio libera dell’etere torinese, dai cui microfoni erano soliti
parlare diversi degli antirazzisti arrestati e che, negli ultimi mesi
in particolare, si è fatta voce per le tante battaglie che
nonostante tutto insidiano la passività torinese, dagli immigrati
agli studenti, dai lavoratori ai notav, ecc.

 

Non stupisce dunque il fastidio e la paura dei poteri torinesi e
dei loro sgherri, che di fronte ai rumori di battaglia cercano di
colpire chi non ha mai fatto segreto di voler soffiare sul fuoco, per
alimentare i pochi, sparuti ma orgogliosi, segnali di vita in una
città morente.

 

… NON SARÀ CERTO UN MISERABILE PUBBLICO MINISTERO E LA SUA
CRICCA A FERMARE LA SOLIDARIETÀ, L’ANTIRAZZISMO E LA VOGLIA DI
DARE BATTAGLIA … L’EFFETTO CONTRARIO

 

LUNEDI’ 1 MARZO 2010 ORE 17:00 DAVANTI A PORTA NUOVA (TO)

MOBILITAZIONE ANTIRAZZISTA

 

 

Un sito colmo di informazioni sulla lotta ai CIE:
http://www.autistici.org/macerie/

fonti: http://www.autistici.org/macerie/

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